Federica Manzon vince il Premio Campiello 2024

Federica Manzon ha vinto il Premio Campiello 2024 con il suo romanzo Alma, pubblicato da Feltrinelli. La scrittrice friulana ha ottenuto 101 dei 287 voti espressi dalla Giuria dei Lettori anonimi, posizionandosi al primo posto davanti ad Antonio Franchini con Il fuoco che ti porti dentro (Marsilio), a Emanuele Trevi con La casa del mago (Ponte alle Grazie), a Michele Mari con Locus desperatus (Einaudi) e a Vanni Santoni con Dilaga ovunque (Laterza).

Il Premio Campiello è uno dei più prestigiosi premi letterari italiani, istituito nel 1962 per volontà degli industriali del Veneto. Il premio viene assegnato con l’obiettivo di promuovere la narrativa italiana e di valorizzare il lavoro degli scrittori, contribuendo alla diffusione della letteratura nel paese.

Il riconoscimento a Federica Manzon è la sesta vittoria per Feltrinelli al Premio Campiello, dopo quelle di Antonio Tabucchi, Maurizio Maggiani, Cesare De Marchi, Benedetta Cibrario e Rosella Postorino. Un risultato che conferma lo straordinario momento della narrativa italiana al femminile, testimoniato anche dal successo di Donatella di Pietrantonio al Premio Strega.

Il premio a Federica Manzon è stato conferito presso il Teatro La Fenice di Venezia, storica sede del Premio, in una cerimonia condotta da Francesca Fialdini, Lodo Guenzi e Luca Barbarossa e trasmessa in diretta tv su Rai 5.

Alma, il romanzo di Federica Manzon premiato con il Campiello

Alma rappresenta un viaggio emotivo e storico, dove la città di Trieste diventa un punto di partenza per esplorare temi universali come la ricerca di sé, il legame con le proprie radici e la complessità delle relazioni umane. La storia si sviluppa in tre giorni cruciali che coincidono con la Pasqua ortodossa, durante i quali la protagonista - Alma - si confronta con il suo passato, la sua famiglia e i luoghi che hanno segnato la sua crescita.

Tornata a Trieste per occuparsi dell'eredità lasciatale dal padre, Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita, rivisitando i luoghi cruciali della sua infanzia. I tre giorni a Trieste rappresenteranno uno spartiacque tra un passato nostalgico e irrecuperabile e un futuro incerto.

Un romanzo dove l’identità, la memoria e la Storia – personale, familiare, dei Paesi – si cercano e si sfuggono continuamente, facendo di Trieste un punto di vista da cui guardare i nostri difficili tentativi di capire chi siamo e dov’è la nostra casa.


La cinquina finalista del Premio Campiello 2024